___________
  • Slide Barra

Interviste ai diversamente giovani. Rosa Sarcina si allena ogni giorno con pennelli, pietre e parole “immortali”

TRINITAPOLI - Chi è Rosa Sarcina, detta Rosetta? Nata nel 1951, ha frequentato il Liceo Scientifico e si è sposata giovanissima qualche anno dopo il diploma. Mamma di due figli, è ora nonna di 3 nipoti più un quarto in arrivo. Di professione casalinga, cura casa e famiglia tra una marea di passioni che vanno dalla poesia alla pittura, dal ricamo “rinascimento” al riutilizzo artistico di scatole, pietre e cassette di legno.

Hai quasi 68 anni. Consideri l’età un limite per le tue attività quotidiane?

R.: Direi di no. È cambiato solo l’automatismo di determinati gesti che mi ha permesso negli anni di muovermi agevolmente con uno sguardo rivolto, in verità, più agli altri che a me stessa.

Come trascorri la tua giornata quando non hai nipoti da accudire?

R.: Pennelli e colori, piccole scatole di legno, pietre raccolte sulla spiaggia durante l’estate affollano, disordinati, un angolo della cucina pronti per essere maneggiati nei pomeriggi in cui non mi dedico alla cura dei miei nipoti. Sulle mensole mi aspettano silenziosi, tra piantine e ninnoli, i libri, soprattutto di poesia, che leggo sempre con infinito piacere. Le liriche che più mi colpiscono finiscono inevitabilmente a memoria con la gioia, non priva di sfida, di ricordarle ogni volta che ne avverto il bisogno.

Tra i numerosi libri di poesia che hai letto, quali poeti consiglieresti ai tuoi coetanei? Hai dei versi/guida nei quali ti riconosci?

R.: “Non è facile spiegare agli altri qualcosa che noi stessi non capiamo” scriveva Wislawa Szymborska nel discorso tenuto in occasione del conferimento del premio Nobel ricevuto nel 1996. La poetessa polacca ha dedicato alcune pagine brillanti ed ironiche al ruolo del poeta odierno sottolineando “il gran da fare dei poeti nel cercare di dare risposte delle quali non sono mai soddisfatti”. È una continua ricerca.

Per questo mi ritrovo in molti dei suoi versi che mi offrono sempre nuovi spunti di riflessione, come in quelli del componimento “Disattenzione”:

“Ieri mi sono comportata male nel cosmo.
Ho passato tutto il giorno
senza stupirmi di niente”.

Sono parole “immortali” che suggeriscono di guardare le cose semplici e belle di questo mondo con lo stupore della prima volta.

Ma sono anche innamorata delle opere di Grazia Stella Elia, la poetessa trinitapolese che ha dipinto in versi la natura e, in particolare, gli ulivi della sua terra. La poesia è l’amica ideale della sua solitudine ed anche io mi sento meno sola e più serena   quando recito alle amiche qualche sua composizione:

Triste è viaggiare
nelle tenebre del dolore
quando l’anima
annega.
Aspetto che una stella
il buio attraversi
per annunziarmi
il sole.

L’imperativo categorico di quest’epoca sembra essere “apparire giovane” per non essere rottamati. Che rapporto hai con stilisti, dietologi ed esperti di make up che propongono un modello di donna senza i segni del tempo?

R.: Lo stilista più solerte, fantasioso, preciso, addirittura puntiglioso, è il tempo. Per ognuno di noi tesse il modello più idoneo e perfetto senza chiederci il consenso. Anche per me “sta lavorando di fino” e quando devo acquistare un abito cerco sempre di non contraddirlo: scelgo qualcosa che “mi faccia sentire bene”. La dieta “mediterranea” è da sempre una pratica quotidiana dei contadini, pertanto, mio padre agricoltore, dietologo inconsapevole, e mia madre che cucinava gustose pietanze con le verdure del nostro orto, mi hanno trasmesso un salutare esempio di nutrizione. Di tanto in tanto, poi, mi regalo qualche coccola dall’estetista che giova al mio benessere sia fisico che psicologico.

Hai ancora sogni da realizzare? 

R.: Non so se è sogno, ambizione o ancora illusione, quello di voler, nei prossimi anni, prendere sempre più possesso della mia vita e dei miei desideri che spesso hanno fluttuato tra il dilettantismo delle azioni, il provincialismo delle abitudini e lo sguardo ingannevole e distratto della gioventù. Il tempo “perduto”, come dice il prof. Vincenzo Centonze in una sua intervista, è molto difficile da recuperare.

Ma non impossibile.

Ci proverò. Nel frattempo continuo ad allenare la memoria e lo spirito con “una poesia al giorno”. Così, tanto per “per togliere di torno” i medici.

ANTONIETTA D’INTRONO