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D’Alì Staiti: «Provvedimento abnorme e infondato, partito da segnalazioni avventate. Atisale attenta all’ambiente e ai posti di lavoro»

MARGHERITA DI SAVOIA - «Contestiamo in maniera molto forte il provvedimento emesso dalla Provincia di Barletta-Andria-Trani. Abbiamo tutti gli elementi per poter dimostrare che non ha fondamento e soprattutto non ha il contenuto così grave come vorrebbe apparire». Interviene con fermezza il presidente di Atisale Spa, Giacomo D’Alì Staiti, sulla situazione che sta agitando da ieri il primo opificio di Margherita di Savoia e la salina più produttiva e grande d’Europa.

«In questo momento - continua il presidente - lo stabilimento è chiuso e sappiamo che questo è un provvedimento gravissimo per una qualsiasi azienda che, come Atisale, sta faticosamente, ma con successo, perseguendo un percorso di risanamento attraverso il concordato omologato».

Nella tarda mattinata odierna, inoltre, si è svolta una riunione convocata presso la Prefettura di Barletta-Andria-Trani dal Prefetto Maria Antonietta Cerniglia, che si è interessata in prima persona del caso che sta scuotendo la città salinara. «Nella riunione di oggi il Prefetto è stato estremamente attento alle necessità della forza lavoro di Atisale - afferma D’Alì Staiti -. La riunione è stata molto proficua e siamo fiduciosi di poter riuscire a mostrare le buone ragioni di Atisale e, soprattutto, l’infondatezza di alcuni addebiti. Noi crediamo che i monitoraggi ambientali che Atisale fa, e che sono sempre stati fatti, rafforzino il suo ruolo come primo tutore dell’ambiente di cui Margherita di Savoia può godere. La salina è una Zona Umida privilegiata in Europa, perché in essa si produce il sale e il sale lo produce, fino a prova contraria, Atisale».

«Sappiamo che esistono delle criticità e le stiamo già affrontando con un programma di investimenti importanti, che in parte è già stato eseguito nel 2017, dopo il provvedimento di omologa che purtroppo prima ci teneva bloccati - spiega il presidente D’Alì Staiti -. In parte è già stato programmato e addirittura alcuni investimenti e acconti sono già stati dati per la ristrutturazione di buona parte delle strutture di lavorazione del sale, dei forni e della macinazione. Abbiamo sempre eseguito i monitoraggi con regolarità e abbiamo i risultati che parlano per noi, ci siamo sempre trovati nei limiti di legge. Giustamente le autorità sono intervenute su segnalazioni, dal nostro punto di vista avventate - prosegue il presidente di Atisale -. La Provincia ha fatto un provvedimento, secondo noi, troppo forte e abnorme, ma in effetti su spunti che oggettivamente sembravano essere presenti. Noi siamo sereni e capaci di poter dimostrare che la situazione è affrontabile, non merita un provvedimento così drastico che mette a serio rischio non solo i 40 posti di lavoro del reparto confezionamento, ma tutta l’Atisale. Perché se l’azienda non confeziona, non si vende e se non si vende… non voglio neanche pensare a quello che potrebbe accadere».

Nelle prossime ore, nel caso in cui la situazione dovesse districarsi, l’azienda procederà alla sospensione del licenziamento collettivo. «È chiaro che dobbiamo avere la possibilità di lavorare di nuovo. Qualche giorno Atisale lo può sostenere per via delle scorte. Stiamo facendo gli interventi più importanti e cerchiamo di sopperire al problema - conclude D’Alì Staiti -. Se il provvedimento rientra, possiamo tornare a lavorare tranquillamente».

GAETANO DALOISO

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