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Cristiano: «Chiusura della spiaggia e degli accessi al mare, ostacoli anche allo sviluppo economico del Paese»

MARGHERITA DI SAVOIA - «In diversi precedenti pubblicate lettere (leggi 1, leggi 2, leggi 3, ndr), è stata espressamente richiamata l’attenzione di chi amministra le sorti del Paese, sul fatto che bisogna agire con razionalità e senso di responsabilità sociale, per immediatamente affrontare ed eliminare dal territorio vecchi e penalizzanti problemi.

Il Nostro Paese, nonostante la sua naturale ricchezza, continua a subire gli effetti della involuzione sociale, aggravata dalla incuria e dal mancato razionale sfruttamento del proprio territorio.

Margherita di Savoia, certamente, non solo in Italia, costituisce unico esempio di Paese marittimo capace di annullare la fondamentale risorsa naturale ed economica del mare e della spiaggia, manifestando, così, la mancanza di una seria politica diretta alla qualificazione e alla valorizzazione del lungomare e di progettualità, in genere. (Video 1, Video 2, Video 3, Video 4, Video 5 - © avv. Cosimo Cristiano)

A Margherita di Savoia, sia sotto il profilo economico che sociale, quindi, si continua a subire i pesantissimi effetti causati dalla chiusura e della preclusione non solo dell’accesso ma, addirittura, per la mancanza di visione della spiaggia e del mare.

Ma, le ripercussioni si registrano anche sotto il profilo della oppressione di diritti costituzionalizzati in favore della persona, non ultimo quello della limitazione alla circolazione.

Pertanto, il perdurare di questa opprimente situazione, oltre ad offendere la dignità della persona, determina un grave ostacolo allo sviluppo economico del Paese, soprattutto durante il periodo invernale.

Quella spiaggia e quel mare, che sono fonti di bellezza che costituiscono un’area naturale dalle infinite risorse, oltre che luogo incantevole che offre un habitat unico, che attraversa interamente da nord a sud il Paese, e che ricerche scientifiche associano a una vera ecoterapia che migliora la condizione della persona, oggi non è possibile viverli per non essere raggiungibili o, per lunghi tratti, per non essere neanche visibili.

La stagione estiva appena trascorsa ha dimostrato la enorme forza attrattiva che la spiaggia e il mare costituiscono, soprattutto per i turisti dei Paesi del circondario.

Perdurante sul Nostro territorio la oppressiva situazione della chiusura della spiaggia e l’accesso al mare, si preclude anche la presenza di quella non trascurabile massa turistica invernale, desiderosa di vivere la natura marina e la mancanza della massa turistica sul Nostro territorio impedisce lo sviluppo commerciale oltre che di quello stesso degli operatori alberghieri e, quindi, frena lo sviluppo economico del Paese, segnando pertanto negativamente la qualità della vita dei residenti e il destino delle giovani generazioni.

Tutto questo, risulta essere anche in forte contrato con la larga e uniforme convinzione mondiale di essere e sentirsi connessi alla natura e, quindi, al territorio, in senso emotivo e fisico.

Nello sperato tentativo di migliorare le condizioni della propria vita, nel Nostro Paese, invece: si perde; si dissolve agli occhi della Nostra indifferenza, che non significa tenere un atteggiamento di neutralità ma significa, invece, sostenere o incoraggiare le dinamiche del sottosviluppo.

Infatti, la economia si indebolisce sempre più e, mentre il futuro dei più dignitosi appare sempre più indissolubilmente legato al triste fenomeno dell’abbandono del Paese, quello dei meno intraprendenti, invece, appare essere condannato alla perenne incertezza e precarietà.

Uscire dalla minorità costituisce la grande sfida al futuro e alla modernità della Nostra economia, con le persone che diventano cittadini e non sudditi.

La popolazione, destinataria delle oppressioni, ha bisogno della guida di amministratori autorevoli, capaci e competenti che hanno il coraggio di spiegare le scelte intelligenti.

Nella società, tutto sta cambiando e il cambiamento dipende dalle Nostre scelte e dalla Nostra capacità di intendere la vita.

Si deve solo decidere se vogliamo vivere in condizioni migliori, dettando la direzione in cui vorremmo andare e, quindi, la società in cui voler vivere.

L’impegno, attraverso la eliminazione delle oppressioni, deve essere rivolto alla ricostruzione del Nostro Paese e il rafforzamento del Suo tessuto sociale, perché si possa costituirsi e rilanciare la fiducia nel futuro.»

avv. COSIMO DAMIANO CRISTIANO

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