MARGHERITA DI SAVOIA - Sabato 3 dicembre scorso, alle ore 18, nell’Auditorium dell’IISS “Aldo Moro” di Margherita di Savoia, gentilmente messo a disposizione dalla dirigenza scolastica, si è svolto un evento-tributo ad Emanuele Amoroso, a cento anni dalla nascita, condiviso dalle seguenti associazioni cittadine: AVIS, UNITRE, Terra Salis, Amici della Musica, Consorzio Cipolla bianca IGP.
A sipario chiuso, il Presidente dell’AVIS Giuseppe Zaccaro ha salutato i presenti e, con emozione tangibile, ha ricordato i tanti momenti in cui Emanuele Amoroso, frequentatore assiduo della sede, ha concesso a tutti loro il privilegio di conoscere in anteprima le sue opere, di seguirne quasi la “gestazione”. E così pure Enzo De Pietro si è soffermato sull’abitudine dei soci AVIS di condividere con Emanuele Amoroso i suoi molteplici interessi, sempre resi fruibili a tutta la comunità salinara. Il Presidente dell’UNITRE, Antonio Di Domenico, ha ricordato, invece, come nella sua visione lungimirante lo stesso Amoroso aveva più volte tentato di dare vita ad una associazione culturale della terza età, mettendosi anche in contatto - com’egli stesso annota in una delle sue pubblicazioni - con la sede nazionale; e così, in qualche modo, l’Università della Terza Età di Margherita di Savoia sente di esserne l’erede morale. L’ultimo intervento è stato di Maria Russo, che ha voluto sintetizzare in poche righe un profilo critico del personaggio, riconoscendo nella mole dei suoi scritti un vero archivio storico della comunità salinara e, di conseguenza, nelle sue ricerche, un presidio della memoria collettiva. Ai convenuti ha porto il suo saluto l’Assessore alla Cultura Mario Braccia.
La costruzione del testo teatrale, dal titolo “Terra maje”, ha l’andamento di un’intervista impossibile allo stesso Emanuele Amoroso, secondo la felice ideazione della socia UNITRE prof.ssa Rossana Dicursi, che ha cucito uno spettacolo originale, creativo e godibile, seguito attentamente da un pubblico numeroso, che non ha lesinato a manifestare apprezzamento e divertimento. Sulla scena si è sviluppato, con ritmo fluido, il lungo racconto autobiografico di Emanuele Amoroso, interpretato da Giuseppe Sergio, insieme a letture espressive di liriche e brani dello stesso autore, scenette di atmosfera arcaica e musiche popolari. La messa in scena va riconosciuta al gruppo di lettura ad “Ad alta voce”, con il contributo del gruppo Bricolage dell’UNITRE. Figuranti e interpreti dell’Associazione “Terra Salis”, con i loro costumi colorati e i vecchi attrezzi di lavoro, hanno costruito sulla scena uno scorcio interessante di vita arcaica e, a tratti, l’hanno movimentata con una ventata di allegria, recitando l’allusivo divertissement “U sciuche di sune”. Sul palco anche una raccolta de “La Fucina”, gentilmente messa a disposizione dal sig. Ignazio Piazzolla. Apprezzatissimi i momenti musicali degli “Amici della Musica”, proposti dal maestro Ferdinando Dascoli (presidente dell’Associazione) al flauto e al contrabasso, da Eros Corvasce al pianoforte, Andrea Cristiano al sax contralto e Grazia Galiotta (voce), che hanno eseguito alcuni canti salinari reinterpretati con stili più moderni, fondendo la musicalità del dialetto con i suoni degli strumenti. I momenti recitativi, le musiche, la coreografia non hanno voluto assumere la connotazione della rievocazione nostalgica del passato, ma sono stati una ricostruzione realistica della comunità salinara, così come la vedeva Emanuele Amoroso: un gruppo di “homo faber”, impegnato ostinatamente nella lotta per sopravvivere e costruire pazientemente un insediamento stabile e sicuro. Maria Tommasa Francavilla, presidente dell’Associazione “Terra Salis”, partendo da alcuni ricordi personali riferiti all’autore, è intervenuta, in conclusione, per sottolineare la necessità di mantenere viva la tradizione salinara. Al termine della manifestazione, è stata consegnata alla famiglia una targa ricordo.
Comunicato Stampa
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Emanuele Amoroso è stato scrittore e poeta, innamorato della lingua e dei costumi salinari.
La sua vita, le sue opere - dedicate a trasmettere l’amore per la sua terra - sono un faro sempre acceso, punto di riferimento per tutti coloro che quotidianamente operano per la nostra città.
Un amore - quello di Emanuele - tanto forte quanto tribolato, perché segnato profondamente dalla sofferenza che colpisce l’onesto cittadino nel vedere la propria terra aggredita, insultata e deturpata da chi opera la corruzione.