MARGHERITA DI SAVOIA - «Il 14 gennaio 2022 sarà un giorno da ricordare nella storia di questo paese. L’amministrazione comunale, nella sola maggioranza, ha approvato un protocollo di intesa con la società Terme di Margherita di Savoia s.r.l. e l’Atisale S.p.A, circa la fornitura di acque madri e fanghi, acconsentendo sostanzialmente a quanto imposto unilateralmente dalla società Terme, venendo meno ai principi del libero mercato.
Nella premessa del deliberato si fa cenno al TITOLO 1 - PRINCIPI GENERALI dello Statuto comunale, art 2, comma 1 che prevede: “Il comune promuove lo sviluppo e il progresso civile, sociale ed economico della comunità di Margherita di Savoia ispirandosi ai valori e agli obiettivi della Costituzione. Il comune ricerca la collaborazione e la cooperazione con altri soggetti pubblici e privati e promuove la partecipazione dei singoli cittadini, delle associazioni e delle forze sociali ed economiche all’attività amministrativa”. Mi fermo a questi due capoversi per porre una domanda: è stato rispettato qualcuno di questi principi? Assolutamente no.
Suicidio perfetto: il comune fa richiesta alla società Atisale di un quantitativo di acque madri e fanghi in data 17-09-2021. L’Atisale in data 30-09 2021 manifesta al comune la disponibilità di massima ad accogliere tale richiesta, subordinandola alla preventiva autorizzazione della società Terme s.r.l. in ragione di un diritto di esclusiva, facendo cenno a due delibere del CDA di Atisale, laddove la medesima società Terme ne era parte integrante nella qualità di socio di maggioranza.
Non solo, fermo restando il fabbisogno delle Terme, che in ragione del diritto di esclusiva ritirerebbe soprattutto direttamente da Atisale, bypassando il comune, al medesimo, rimarrebbe un quantitativo limitato al surplus della produzione, qualora disponibile. I quantitativi citati sono prettamente teorici e variabili in funzione dell’andamento produttivo stagionale. Non si riesce a capire con che denominazione verranno venduti dal comune i “fanghi e le acque madri” ai possibili terzi e clienti, visto che in funzione della legge 323 del 24 ottobre 2000 (riordino del settore termale, ammesso che ci siano i decreti attuativi) si impone di non utilizzare i termini “terme”, “termale”, “acqua termale”, “fango termale”, “idrotermale”, “thermae”, “spa”.
Ancora: proibisce ai possibili terzi, clienti del comune, l’uso termale e terapeutico. Proviamo ad immaginare, che nel prossimo futuro, un Briatore di turno venga a investire nel nostro paese, mettendo su un grande albergo a 5 stelle, e magari oltre, o struttura di qualsivoglia, e ne chieda i prodotti in discussione per uso termale per i soli clienti della struttura. Cosa ne verrebbe fuori, dopo aver assicurato lavoro a tanti disoccupati… Le acque madri ed i fanghi non saranno venduti ai bar, supermercati, lidi balneari, ecc., ma solo a chi investe in questo paese assicurando un potenziale socio economico, con un piano industriale credibilissimo. Ce ne saranno? Ai posteri l’ardua sentenza, ma per lo meno non mettiamo vincoli e limitazione al prossimo.
Per giunta, nell’eventualità si presentasse un terzo con una possibile richiesta, il comune si obbliga a comunicare a mezzo PEC entro 10 gg dalla fornitura il nome o ragione sociale del cliente alla società Terme; per avere in benestare? Per eventuali controlli?
Caro Sindaco, nella mattinata del 14 gennaio, Ella ha ricevuto una delegazione di Forza Italia, ivi compreso il sottoscritto, per discutere sull’argomento, alla presenza del Segretario Comunale dott.ssa Rosa D’Alterio; sviscerando la scrittura privata in discussione nel pomeriggio in consiglio comunale, le abbiamo fatto notare ed osservare le tante lacune e restrizioni che mortificavano il comune. Abbiamo evidenziato le eventuali correzioni, e suggerito anche un confronto con le parti interessate: Atisale, Terme, Comune e capigruppo, per trovare una soluzione più confortevole pur riconoscendo la storia ed il potenziale della struttura terme di questo paese, che comunque va salvaguardata; di conseguenza, anche il ritiro dell’accapo, per migliorarlo nelle parti interessate rimarcando l’esclusiva al comune di Margherita di Savoia delle acque madri e fanghi, con le Terme s.r.l., cliente privilegiato, rispetto ad altre figure che potranno richiederne l’utilizzo. Ancora pochi minuti prima dell’inizio della seduta, insieme alla collega Antonella Cusmai, nella sala antistante il suo ufficio, si è ritornati sull’eventuale ritiro dell’accapo per le ragioni di cui sopra accennate, ricevendone ancora un secco e determinato rifiuto. In tema di discussione durante la seduta, una volta sviscerate le lacune, come capogruppo di Forza Italia, ho creduto opportuno chiedere e mettere a votazione il ritiro dell’accapo; proposta che ha trovato il consenso di tutta la minoranza, compreso la collega Galiotta, e rigettato in toto dalla maggioranza. In conseguenza, ho creduto opportuno lasciare l’aula, insieme alla collega Cusmai, in segno di protesta ed in netto dissenso. Quindi nessuna medaglia d’oro ai componenti della minoranza rimasti in aula, dando il voto contrario, e di astensione. A qualche nulla facente che non sa come trascorrere la giornata, preferisco non rispondere per evitare di accendere un altro focolaio.
La politica è un’altra cosa.»
Dott. CARLO RONZINO (Consigliere comunale di Forza Italia)