STORIE DI AMORE E DI AMICIZIA - Il caldo è stato fatale per Kyra, uno dei cani più popolari di Trinitapoli

TRINITAPOLI - L’afa di questa estate bollente ha reso irrespirabile l’aria per la sedicenne e sofferente Kyra, uno dei cani più popolari di Trinitapoli, che ha lasciato per sempre questa terra e il quartiere di via Giuseppe Di Bari, dove quotidianamente sostava, abbaiava ai gatti di passaggio, faceva la guardia, pranzava e giocava con i bambini. Era cresciuta, amatissima, nella periferica Officina Natalicchio, dove era diventata la mascotte del personale e dove riceveva coccole da tutti i visitatori. Poi, un giorno, seguendo il suo padrone, ha scoperto le strade del paese, che ha cominciato a percorrere da mattina a sera. Spirito libero, affettuosa con tutti, ha conquistato il cuore di alcune signore che la viziavano con piatti prelibati, la curavano e l’accoglievano con gioia nelle loro case.

Tanti sono i ricordi che tutti coloro che l’hanno conosciuta conserveranno gelosamente nella loro memoria. Kyra, con il suo orologio mentale, rispettava gli orari degli amici che le dedicavano tempo e attenzioni. Quando era più giovane e camminava più speditamente, verso le 19, nei giorni feriali, si presentava puntuale all’ingresso del Supermercato DOK per ricevere le leccornie che le procurava una sua amica, mentre faceva colazione e pranzo dalla signora Iolanda e dalla signora Dora, che l’avevano inserita nell’elenco quotidiano dei loro commensali. La sera, invece, aveva preso l’abitudine di andare a dormire a casa della signora Anna, che, soprattutto dopo che non era più veloce nei movimenti, non le ha permesso più di fare tanta strada per procurarsi un giaciglio.

Circa un anno fa ha avuto un ictus e il suo vecchio padrone l’ha trasferita nella sua officina, dove le ha allestito, dietro il bancone della hall d’ingresso, per tenerla costantemente d’occhio, una brandina. In quel luogo Kyra poteva riposare tranquillamente durante le somministrazioni dei medicinali e delle flebo. Riceveva le visite dei suoi tanti amici, preoccupati di darle l’estremo saluto da moribonda, ed invece li guardava dolcemente e scodinzolava per rincuorarli. Dopo tante cure ce l’ha fatta ed è riuscita a risollevarsi sulle quattro zampe e a riprendere, anche se più lentamente, le passeggiate nel suo quartiere preferito. Qualche giorno fa il caldo le è stato fatale.

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Come Kyra, ci sono stati in passato altri cani che, in paese, venivano considerati degli esseri di famiglia. I più anziani ricorderanno Argo, il possente randagio che seguiva tutte le processioni e che, dopo i cortei funebri, si presentava sempre alla casa del defunto. Fu avvelenato e i cittadini gli dedicarono un manifesto funebre. Ugualmente drammatica è stata la breve vita della cagnetta nera Birillina, paraplegica, che l’indimenticabile Padre Bernardino Bucci aveva salvato da morte sicura e aveva curato sino a consentirle di farla trotterellare a tre gambe nel convento dei Cappuccini. Birillina fu trovata morta dopo il trasferimento del frate a Bari.

Sono storie che meritano di essere ricordate. Sono pure e semplici storie d’amore che vanno fatte conoscere perché spesso l’umanità degli animali viene insidiata dalla bestialità degli umani.

Questo è anche il motivo per cui da anni molti cittadini insistono nel richiedere alle amministrazioni locali di mettere a disposizione dei padroni di animali domestici un pezzo di terreno dove poterli seppellire e ricordarli attraverso un cippo, una lapide.

Il Corriere dell’Ofanto ha pubblicato altri articoli sull’argomento a mia firma (ad esempio nel 2018, leggi) per cercare di diffondere un’esigenza che sta diventando urgente perché può diventare una questione igienico-sanitaria se non c’è alcun controllo su dove le carcasse dei cani vengono interrate, senza trascurare che la cremazione ha dei costi che non tutti possono sostenere.

Il cimitero degli animali è una scelta di civiltà, oltre che un messaggio concreto di rispetto e di amore verso tutte le creature del mondo. Valga come esempio l’esistenza di Kyra, che ha riempito di allegria e affetto la vita di tante persone.

Riposa ora sotto un albero. Però, nessun passante, nessun amico ed alcun bambino potranno mai conoscere, attraverso un nome, una frase, una foto, quanta tenerezza e conforto ha regalato alla gente.

ANTONIETTA D’INTRONO