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Intervista ad Elena Pestillo: “Abbiamo bisogno di una rivoluzione culturale. Ridare dignità e pari opportunità di crescita ad ognuno”

SAN FERDINANDO DI PUGLIA - La candidata sindaca di “ViviAmo San Ferdinando”, Elena Pestillo, è una imprenditrice agricola. Proviene dall’Azione cattolica, dall’associazionismo, sociale e di volontariato, e in passato ha collaborato con la pubblica amministrazione.

Come è nata la candidatura a sindaca?

«Quando un gruppo di amici e conoscenti hanno individuato in me la persona giusta per fare sintesi di idee e progettualità per una San Ferdinando diversa, nuova, libera e democratica. E soprattutto, la consapevolezza maturata della triste eredità lasciataci dall’amministrazione uscente per l’inefficace e deleteria azione politica: bilancio al limite del dissesto finanziario, un elevato livello di tassazione, smaltimento rifiuti inefficiente, totale assenza di politiche in materia di welfare, cura del verde, ambiente, sicurezza, digitalizzazione delle procedure amministrative. Per citare alcune delle criticità maggiori».

Quali i criteri di scelta per la lista dei candidati?

«Il progetto politico nasce da 5 consiglieri della vecchia amministrazione (Ciccio Camporeale, Luigi Dipace, Giuseppe Dipaola, Daniela Rondinone, Aniello Valente) schierati contro chi si è arroccato su rigide posizioni di potere, partitico e personale. Da qui si sono avvicinate tante e nuove figure del mondo civile, semplici cittadini, professionisti, imprenditori che hanno voluto partecipare a questa rivoluzione mite».

Come è nato il programma?

«Attraverso l’ascolto con incontri, workshop, contributi e schede progetto predisposte da stakeholders, esperti, ragazzi. Non è una mera lista di cose da fare, ma una sintesi di indicazioni, attente e puntuali, di emergenze e criticità mai risolte».

Quali impegni assume per i primi 100 giorni?

«Attuazione del Protocollo “Mille occhi sulla città”, sottoscritto tra la Prefettura di Barletta-Andria-Trani ed i Comuni della provincia, per la prevenzione e la repressione di reati; l’avvio dell’iter di acquisizione del marchio IGP/DOP per la pesca di San Ferdinando. Revisione regolamento comunale dei dehors. Non ultima, la digitalizzazione dei processi amministrativo per l’acceso diretto al portale web del Comune, e l’installazione di un totem interattivo per l’accesso, tramite carta d’identità elettronica, per i certificati anagrafici».

Rapporti con le minoranze?

«Sino ad oggi abbiamo assistito ad un’amministrazione che registra la carenza o la totale assenza di confronto democratico tra le forze politiche, associazioni e semplici cittadini. Noi di ViviAmo San Ferdinando riteniamo che la minoranza non sia un nemico da combattere e affondare, ma un organo di controllo che permetta, nella maggior parte dei casi, il rispetto delle regole proprie della democrazia».

Criterio per la nomina degli assessori?

«Pensiamo prima a portare a casa il risultato. Poi la giunta sarà una personalità sintesi di consenso, esperienza, capacità e voglia di lavorare per la nostra città».

Un commento al discorso alla città di don Mimmo (leggi, ndr)

«Nella nostra comunità esistono situazioni di disagio, anche profondo, di fronte alle quali non possiamo chiudere gli occhi, o voltarci dall’altra parte, ma abbiamo l’obbligo di porre in essere ogni attività per ridare dignità e pari opportunità di crescita ad ognuno. Perciò, sarà necessario ridurre le disuguaglianze, migliorando le condizioni esistenziali delle persone con disabilità, degli anziani, in particolar modo di quelli non autosufficienti, delle famiglie in condizione di fragilità, delle persone sole, dei giovani disoccupati; contrasto al bullismo, ludopatie, dipendenze da droghe, da alcool, da internet. Abbiamo bisogno di una rivoluzione di coscienze e culturale».

GAETANO SAMELE