PYONGYANG MARE - La “grande famiglia” di Pyongyang Mare non smette di diffondere il suo messaggio di armonia e fratellanza ed è così che qualche suo “nemico” è ormai diventato un figliol prodigo, perduto sulle vie del potere, senza più la voglia di soffiare il posto all’unico “superuomo” della città, tanto che le presunte opposizioni iniziano a sciogliersi come gelato al sole.
Sarà colpa del caldo esploso all’improvviso o della nascente e rigogliosa società di Pyongyang Mare?
Sono ormai lontani i vecchi tempi dell’oscurantismo di quella che si chiamava Margherita di Savoia, dove tutti erano contro tutti, dove nascevano liste dal nome altisonante, come “Più Margherita”, con il suo acceso magenta, che nulla aveva e voleva spartire con quel superuomo che era a capo della lista “Margherita Migliore”. «No! Io mai con quell’uomo», tuonava la principessa dal Torrione magenta fiammante. O come non dimenticare “L’Avvenire”, lista capeggiata dal delfino della politica, ormai sindaco annunciato, tanto da far cadere l’amministrazione precedente e mandare il Generale in pensione anticipata. Perché il vero e unico sindaco sarebbe stato lui! Così gli era stato promesso dall’alto della montagna di sale.
Ma questo succedeva solo un anno fa, quando la fascia da sindaco era troppo invitante e gli interessi ancor di più. Ma questi novellini della politica nulla hanno potuto fare contro il trionfo glorioso del superuomo, che dopo trent’anni, quando ormai si era quasi arreso, ha visto realizzare il più grande sogno della sua vita: trasformare quella piccola città sul mare in una ridente società di rosso dominata.
E loro eccoli lì, tristi e sconfitti, soli in quei piccoli banchi riservati all’opposizione. “Più Margherita” con tre posti: Antonella Cusmai (candidata sindaco), Elena Muoio e Rosa Scognamiglio. E “L’Avvenire” con soli due: Carlo Ronzino (candidato sindaco) e Francesco Labranca. Eppure, insieme le due liste hanno raccolto il 52,5% dei voti, rappresentando cioè la maggioranza della città. Ma quello che non sapevano è che da lì a poco Margherita di Savoia avrebbe cambiato volto e nome e sarebbe diventata Pyongyang Mare, paese dell’armonia e della pace, dove il recinto della “maggioranza” avrebbe aperto le sue porte a quei figlioli che avevano perso la retta via. Ed ecco che lentamente le pecorelle smarrite tornavano e si piegavano alla volontà dell’unico vero sindaco e superuomo che la città abbia mai avuto. C’è da dire però che una forza superiore è intervenuta da quel di Bari: il caro e bel Michelone. Una spintarella maggiore e un bel gelato, una visita al capannone Nervi, un aquilone sulla spiaggia e il sereno è esploso nel cielo di Pyongyang Mare.
Tuttavia, sono rimaste soltanto due ancelle cattive che non hanno voluto accettare la mano testa del superuomo: con i loro attacchi “continuano a denigrare” la città della fratellanza, che faticosamente quel grande uomo sta cercando di costruire. La peggiore è quell’Elena Muoio, che tanto fastidio dà in Consiglio comunale. Soprattutto con i suoi articoli, che fanno riaccendere gli animi sopiti dei presunti consiglieri, i quali, dopo aver votato ed approvato gli atti, si preoccuperebbero di possibili danni erariali e vagherebbero disperati per le vie del palazzo di cristallo, che qualcuno per precauzione ha fatto chiudere a chiave: è necessario, infatti, annunciarsi al messo comunale, dichiarare la propria destinazione ed eventuale autorizzazione, per poi salire. Ed è sempre la Muoio che si sta trascinando “nel buio” Rosa Scognamiglio, consigliera che tanto ben conosce il superuomo, visto che proprio sette anni fa erano a parti invertite.
Ma sono solo due, non possono scalfire il grande progetto della nuova società di Pyongyang Mare. Tanto ormai il Ronzino è beato e comodo dietro la scrivania della sua banca e la Cusmai si è reinventata gelataia in quel di Piazza Marconi. Grazie all’intervento di Michelone e Filippone, lei può stare tranquilla, nessun fastidio potrà dare al superuomo, che tanto detestava in passato e che ora invece tanto ama, così come amiamo tutti il gelato in estate. Perché l’accordo sarebbe uno e soltanto uno: tutti uniti sosterremo Michelone e Filippone alle prossime Regionali. Peccato però che forse non conoscono bene il superuomo, che ha sempre l’asso nella manica e che tirerà fuori solo all’ultimo minuto.
Ormai sono lontani i tempi di Margherita di Savoia, dove chi veniva eletto nella minoranza faceva il suo compito, rispettava i suoi elettori e ne dava conto. Ogni giorno svolgeva il suo ruolo di controllo e verifica sulle azioni amministrative, informava la cittadinanza su quello che succedeva nel palazzo di città ed esponeva le proprie rimostranze. Ciò che insomma spettava alla minoranza. Oppure succedeva, in uno scatto di dignità, che quando non si poteva svolgere quel ruolo per cui si era stati eletti, ci si dimetteva e si lasciava il posto a qualcun altro disponibile o interessato a farlo.
Ma parliamo ormai di un’era lontana e buia. Perché ora, nella nuova società di Pyongyang Mare, il silenzio è molto meglio e, chissà, magari la “grande famiglia” trova qualcosa anche per me.
Ma non temete, stiamo tutti tranquilli e rilassati, perché per festeggiare l’allargamento della “grande famiglia” per tutta l’estate ci sarà gelato gratis…, però solo in Piazza Marconi.
RUGGERO RONZULLI