Intesa sulla fornitura di acque madri e fanghi, Di Benedetto: «Una mortificazione per il Comune. Una resa incondizionata che pregiudica gli interessi della collettività»

MARGHERITA DI SAVOIA - «Ho avuto modo di leggere solo oggi la scrittura privata concordata dal Comune di Margherita di Savoia con Atisale s.p.a. e Terme s.p.a.. Nonostante ogni sforzo compiuto per reprimere la reazione di disappunto che ho provato, ho deciso di rompere ogni indugio per manifestare il mio totale senso di sconforto per l’assordante silenzio che connota l’accaduto e la mia più convinta opposizione alla modalità con la quale si è conclusa. Il Comune esce mortificato da una intesa (per meglio dire, da una resa incondizionata) che lede la sua immagine pubblica e che pregiudica gli interessi della collettività.

Tralascio ogni considerazione sulle modalità attraverso le quali l’Amministrazione è pervenuta all’intesa con le altre parti, anche se non posso non rilevare la violazione dei principi di trasparenza e di pubblicità, in ragione del fatto che la pubblica opinione, i soggetti interessati alla valorizzazione turistica del territorio (Associazione dei lidi balneari, delle strutture ricettive in genere, dei commercianti ecc.), non solo non sono stati coinvolti, ma non sono stati neppure informati sulla vicenda, che si è consumata segretamente in tutta la fase prodromica. Gli stessi Consiglieri comunali sono stati informati qualche giorno prima del Consiglio e non hanno avuto modo di approfondire gli aspetti, non solo negoziali, dell’intesa. Non ho notizia di dibattiti o di confronti particolarmente accesi in sede assembleare, tant’è che dopo l’abbandono della seduta da parte dei Consiglieri Cusmai e Ronzino, che avevano criticato il documento chiedendone il ritiro, ed il voto contrario delle Consigliere Muoio e Scognamiglio, l’argomento è stato approvato speditamente da una maggioranza che, ormai, non si pone nessuna domanda e che non solleva alcun dubbio, ma che approva tutto quello che le viene proposto. Ma di questo ne parleremo in seguito perché è ormai ineludibile la necessità di smuovere le acque di una palude che soffoca ogni dibattito.

Ma veniamo al merito dell’intesa.

Una mortificazione!!. Una resa incondizionata, in totale contraddizione con la posizione espressa dalla stessa Amministrazione con nota prot. N. 4435 del 19.04.2021, inviata all’Agenzia del Demanio, con la quale la stessa manifestava il proposito di garantire “la fruizione più ampia delle risorse delle acque madri e dei fanghi estratti dalla Salina di Margherita di Savoia da parte di soggetti pubblici e privati che ne abbiano interesse”.

Cosa ha indotto l’Amministrazione a mutare posizione? Non certo la “gentile” concessione di un quantitativo di acque madri e di fanghi che il Comune si è impegnato a non trasferire a soggetti che volessero utilizzarli “per uso termale e terapeutico”. E se le acque madri ed i fanghi non possono essere ceduti ed utilizzati a tali fini, che destinazione potranno avere? Quella di assicurare annuali sedute di pediluvio ai cittadini margheritani che ne facciano richiesta?

Mi permetto sommessamente, fuor d’ironia, di invitare il Sindaco a non firmare quella intesa; ad aprire un confronto con la cittadinanza per pervenire, eventualmente, a diversa conclusione. E non mi si venga a dire che il diritto di esclusiva sulle acque e sui fanghi da parte di Terme s.p.a. non lasciava altra scelta, perché non è così. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nel parere del 29.10.2009 ha già avuto modo di segnalare la illegittimità dell’esclusiva chiedendo la modifica della concessione “con l’introduzione dell’obbligo del concessionario di stipulare, con gli operatori che lo richiedono contratti di somministrazione non in esclusiva”.

Se, invece, il Sindaco dovesse firmare l’atto, ancorché approvato dall’incolpevole ed ignaro Consiglio comunale, riconoscerebbe ed avallerebbe quel diritto di esclusiva che le Terme non hanno mai ottenuto legittimamente, così sacrificando le aspettative degli operatori economici interessati ed rilevanti interessi della collettività salinara.»

PIETRO DI BENEDETTO