TRINITAPOLI - Lungi da me l’idea di ridimensionare i risultati dei due partiti che governano la nostra città. La lettura dei dati locali e nazionali, però, mi spinge a riflettere su un trend che può diventare un pericolo serio per la democrazia. Più della metà del popolo italiano ha rinunciato ad esercitare il diritto di voto. Ignoro se per protesta o per stanchezza. L’altra metà ha votato in maggioranza a destra, ha “punito” l’ambiguità del M5S facendo diventare la lista unitaria PD-Articolo Uno la numero due in Italia nella classifica dei consensi ai partiti.
A livello locale la lista PD-Articolo Uno-PSE non scompare, nonostante il successo della LEGA et similia, ma addirittura guadagna quasi due punti in più dopo le disastrose elezioni politiche di marzo 2018. Questo risultato, in un clima di volgarità e pettegolezzi via web, assenza di sedi (una sola a fronte delle due della Lega, una di Forza Italia, una della Fabbrica F. Di Feo e una di Fratelli d’Italia) e di scarse opportunità organizzative e comunicative monopolizzate da chi ha in mano le chiavi della città, assume per il gruppo della sinistra trinitapolese il significato di una speranza.
Anzi, di una grande speranza.
La Lega è il primo partito a Trinitapoli, come in Italia, non perché la gente sia soddisfatta, ad esempio, del servizio di nettezza urbana, dei rappezzi alle strade o della scomparsa della bella aiuola che fiancheggiava la statua di Padre Leone, ma perché Salvini, con il suo slogan “Prima gli italiani” ha convinto le classi medie frustrate e preoccupate per la crisi economica che il loro unico privilegio sia quello di essere nati nello stesso paese, un privilegio messo in pericolo dai gruppi sociali più poveri, italiani o stranieri che siano. La paura è la base psicologica del successo della Lega che dilaga anche a Trinitapoli dove non esistono affatto problemi causati dai Rom, dai migranti, dai comunisti o dai cattolici che seguono gli insegnamenti del Vangelo.
Piano, pertanto, a gridare “lo stato siamo noi!”.
La sinistra deve capire il messaggio esplicito insito nei risultati elettorali, e cioè che rappresenta ormai l’unico argine all’onda nera nazionale e internazionale. Non è più tempo di polemiche e divisioni ma di un discorso unitario, meno autoreferenziale, che deve ridare fiducia ai cittadini e credibilità alle istituzioni e ai partiti.
ANTONIETTA D’INTRONO (Nella foto: Pietro Bartolo, medico ed europarlamentare)
P.S.: La bella notizia delle Europee è l’elezione del dott. Pietro Bartolo (122.945 preferenze), il medico che ha salvato a Lampedusa la vita di tanti migranti. Non vengono eletti i candidati della stessa lista (i più votati a Trinitapoli) Massimo Paolucci (58mila preferenze) ed Elena Gentile (77mila preferenze).