___________
  • Slide Barra

Intervista a Francesco di Feo: “A Trinitapoli è stata commissariata la politica. Se chiamato dai cittadini non mi tirerò indietro”

Intervista a Francesco di Feo: “A Trinitapoli è stata commissariata la politica. Se chiamato dai cittadini non mi tirerò indietro” Intervista a Francesco di Feo: “A Trinitapoli è stata commissariata la politica. Se chiamato dai cittadini non mi tirerò indietro”
Watch the video

TRINITAPOLI - Politica e non solo nell’intervista esclusiva rilasciata dall’avv. Francesco di Feo, già sindaco di Trinitapoli, a CorriereOfanto.it. Di seguito il testo integrale.

Avvocato di Feo, si nota un silenzio “tombale” nella città di Trinitapoli. Cosa sta accadendo?

«Io lo definirei un silenzio assordante, un silenzio che fa male. Ma è anche un silenzio che dice un po’ la verità su quello che è accaduto in questi anni a Trinitapoli. È abbastanza assurdo che in un momento come questo sia calato il silenzio: nessuno parla, nessuno scrive, non ci sono manifesti, nessun intervento sui social. Tutto si è fermato! Evidentemente, chi in passato urlava e denunciava non lo faceva per amore della politica o della città ma solo per attaccare l’uomo, gli amministratori in carica e il sindaco.

Ma non si può stare in silenzio in un momento come questo, di fronte a problematiche che purtroppo non sono cessate. Basti pensare alla criminalità: di recente c’è stato anche un attentato ad un rappresentante delle forze dell’ordine e anche in questo caso silenzio assoluto. Colgo l’occasione per manifestare tutta la mia solidarietà. E poi tante altre problematiche che mi raccontano i cittadini che incontro, i quali lamentano l’assenza di figure di riferimento come il Sindaco, la Giunta, l’Amministrazione, che hanno un’interlocuzione diversa da quella che possono avere i Commissari.

L’assenza di una figura leader, di uomo determinato, si sente tutta. A me dispiace molto ma non lo scopriamo oggi, è una conseguenza di quanto accaduto in questi anni. Qualcuno ha lavorato affinché si arrivasse a questo stato di cose e questo la gente lo ha compreso bene. Poi ci sarà il momento in cui si faranno i bilanci di queste attività parapolitiche. Nel frattempo io non mi sono mai fermato, anche se hanno cercato in ogni modo di zittirmi, me ne hanno dette e fatte di tutti i colori. Su di me si è millantato con tante bugie e tante falsità ma ho continuato sempre per la mia strada, non mi fermo, non mollo, vado avanti. Anche per il desiderio di dimostrare che la politica non si fa soltanto quando si è all’interno delle istituzioni ma si fa sempre, se uno ha passione e vocazione e ama la propria città. Nella prima fase ho sentito il dovere di spiegare ai cittadini cosa fosse accaduto, perché fosse arrivata a Trinitapoli la Commissione d’indagine, quale fosse la relazione redatta dalla Prefettura e le sue conseguenze sul piano politico e giudiziario. Ho sospeso nel periodo estivo ma adesso annuncio che ripartirò, chiarendo cosa è successo in merito alle case popolari, oggetto della relazione, oltre al Consorzio Guardie Campestri, l’Istituto di Vigilanza, i rifiuti solidi urbani. Terminato questo percorso, inizierò ad occuparmi della questione più strettamente legata all’attività politico-amministrativa.

C’è un silenzio che fa male, un silenzio voluto. Forse qualcuno sta in silenzio perché ha paura, qualcuno perché sta lavorando sottotraccia, qualcuno per una questione strategica. Ognuno avrà le sue ragioni ma i cittadini di Trinitapoli non meritano questo, perché in ogni occasione chi fa politica è chiamato a dire la propria e ad alzare anche i toni rispetto, per esempio, anche ad una crisi che noi abbiamo, terribile: il carrello della spesa costa in maniera esorbitante, la più alta degli ultimi 40 anni, con un’incidenza notevolissima sia sulle fasce più deboli della società sia sugli artigiani, imprenditori, professionisti. Cosa che chiaramente intacca l’economia e merita l’attenzione delle istituzioni, con interventi che possano dare una mano. Come quando c’era il Covid e io, in qualità di sindaco, non potevo non stare attento e non intervenire a favore di tutte le fasce sociali. In questo momento critico si sente l’assenza di figure istituzionali che possano intervenire.»

Un mese fa’ si è votato per le Politiche e si è fatto di tutto per non candidare Francesco Ventola al Parlamento e dar modo a te di subentrare in Regione. Ti senti ancora di Fratelli d’Italia o ne sei fuori?

«Tutti i cittadini mi fanno questa domanda e mi chiedono se sia vera questa situazione. Da quanto ho potuto apprendere, questa sarebbe solo una piccolissima parte della verità in merito alla mancata candidatura del consigliere regionale Ventola alle Politiche; pare, infatti, che ci siano stati altri giochi di potere all’interno del partito e del centrodestra che hanno determinato quelle scelte. Per quanto riguarda la mia posizione, non devo certo ricordare ai cittadini che il centrodestra a Trinitapoli non sarebbe mai esistito e non avrebbe mai vinto se non ci fosse stata la mia persona. Sono stato capace di mettere assieme il centrodestra, di unirlo e portarlo alla vittoria per la prima volta a Trinitapoli. Sono risultati storici. Ho creato una nuova classe dirigente e sono entrato in Fratelli d’Italia quando era a malapena all’1,5%. Da lì ho lavorato e, anche grazie ai risultati della mia amministrazione e di coloro che mi coadiuvavano, siamo riusciti a portare FdI al 17-18% a Trinitapoli, un risultato che si sognava a livello nazionale.

Poi cosa è accaduto? È accaduto che l’arrivo della Commissione d’indagine in Comune ha rotto tutti i piani, la presa di posizione di alcuni miei ex colleghi ha creato frizioni. Io ho fatto una scelta molto semplice: la mia ultima tessera è di FdI, dopodiché non ho potuto fare altro che fermarmi, stante quanto accaduto. La mia posizione al momento è stare fermo, resto un uomo di centrodestra. Ripartiranno i progetti politici, con un’attenzione soprattutto al civismo. Si poteva agire diversamente, sono dispiaciuto perché vivere da sindaco una stagione nella quale, a livello locale e nazionale, governava la sinistra è stata cosa abbastanza complicata rispetto a quello che poteva essere oggi avendo ministri, sottosegretari e parlamentari di centrodestra che sono alla guida della nostra nazione.

La giornata del 25 settembre scorso per me è stata un misto di dispiacere e malinconia, perché nella vittoria del centrodestra dobbiamo riscontrare il deserto di Trinitapoli. Dovuto non a fatti politici, perché le campagne elettorali si possono vincere o perdere, come accade nelle dinamiche politiche; oggi invece Trinitapoli non può essere oggetto di osservazione politica perché è stata commissariata, non solo come ente amministrativo: qui è stata commissariata la politica. Qui non c’è più alcun tipo di attività politica, sono rimaste solo le insegne dei partiti. Perché qualcuno, non accettando la sconfitta elettorale, ha fatto sì che si passasse su un altro piano, quello delle denunce e delle lettere anonime per potersi liberare di chi aveva vinto le elezioni con la volontà popolare. Questo ha modificato il tutto, per cui noi saremo attenti finché questa situazione possa piano piano finire. Sono rimasto immacolato rispetto a tutto quello che è accaduto, non ho avuto alcuna incandidabilità né avvisi di garanzia, per cui questo mi lascia estremamente sereno e pronto, ma comunque dispiaciuto. A chi mi chiede quale sia la mia posizione politica, rispondo che la mia identità è quella di moderato, di centro, antifascista, che ho già dimostrato e che non cambio. Rispetto alla situazione partitica e politica devo avere estrema prudenza perché, se i risultati stanno portando vantaggio a chi è stato accusato ingiustamente, bisogna aspettare i tempi della giustizia per le vicende relative allo scioglimento del Consiglio comunale e alle incandidabilità.»

Tra poco più di un anno si dovrebbe tornare alle urne a Trinitapoli. Si riproporrà alla città?

«La risposta non è semplice, perché ci può essere una risposta soggettiva, di passione, di vocazione e sarebbe semplice dire sì o no. Ma questa invece è una risposta che non può essere data in questo momento, perché quando mi candidai per la prima volta nel 2009 come consigliere provinciale si trattò di una candidatura naturale, un passaggio di testimone da mio padre a me e iniziai la mia attività politica, invece la mia candidatura a sindaco fu frutto di una chiamata dal basso, quasi una chiamata alle armi da parte della città, delle associazioni, di quanti avevano già visto in quel giovane Francesco di Feo consigliere provinciale la possibilità di avere finalmente un leader, un uomo capace di amministrare la città.

La prossima volta dovrà accadere la stessa cosa: farò una sorta di sondaggio incontrando la gente e cercherò di capire se c’è la volontà di continuare quello che è stato ingiustamente interrotto. Se ci sarà, non mi tirerò indietro. Non c’è la volontà da parte mia di candidarmi ad ogni costo, non ho questa velleità perché ho già fatto il sindaco per dieci anni. Il punto è che Trinitapoli merita di tornare ad essere dov’era, tra le prime città della BAT, rispettata, che dialogava con le altre istituzioni senza abbassare il capo. Bisogna riportare ai cittadini serenità, tranquillità e progresso. Per questa battaglia non mi tirerò indietro. I cittadini hanno già visto che Francesco di Feo nella casa comunale è stato il padre putativo di un’intera città.»

Qual è il messaggio da dare ai concittadini trinitapolesi?

«È una domanda importante. Oggi alla gente non importa nulla delle vicende politico-amministrative, importa poter mettere un piatto sulla tavola, avere un lavoro, accendere un mutuo, veder realizzati i sogni dei figli, vivere in una città sicura, avere dei servizi. In questo momento la gente è disorientata, perciò mi sento di dire ai miei concittadini di avere pazienza; inoltre, voglio usare una parola che credo nessuno in questi anni abbia usato: voglio chiedere scusa ai trinitapolesi, perché Trinitapoli non meritava questo. Quanto accaduto è andato ben oltre quello che a Trinitapoli c’era da verificare. Poi saranno il tempo e la storia a dare un giudizio finale. Oggi bisogna avere pazienza, ormai non si piange sul latte versato. Bisogna aspettare di uscire da questo tunnel per poter finalmente rialzare la testa e rimettersi nella giusta carreggiata. Su questo posso tranquillizzare: siamo gente forte, operosa, che non si arrende mai, abbiamo la testa dura e torneremo a dimostrare a tutti che Trinitapoli è una città meravigliosa, con persone meravigliose, con problemi come tutte le città, ma che sicuramente tornerà a sognare e rinascere.»

GAETANO DALOISO