SAN FERDINANDO DI PUGLIA - Un appello alla città di San Ferdinando di Puglia a ritrovare il “senso civico”. È questo il tema sviluppato da mons. Domenico Marrone, parroco di San Ferdinando Re, patrono della città, nella omelia tenuta in occasione della festa patronale 2023.
Un discorso, al solito pacato, ma al tempo stesso sferzante e carico di denunce; comunque coraggioso; sempre finalizzato a smuovere le coscienze di cristiani, associazioni, cittadini tutti, soprattutto di chi ha responsabilità di governo e di controllo della legalità, per la crescita della comunità cittadina. Come dovrebbe fare ogni buon pastore.
“Purtroppo - lamenta don Mimmo - da tempo assistiamo, con preoccupazione, a un indebolimento dei legami sociali nel nostro paese che, progressivamente, ha portato a un decadimento del senso civico. Da diversi anni, una larga fascia di nostri concittadini ha smarrito il senso dei propri doveri: rispettare le leggi e non aggirarle; lavorare non solo nel proprio interesse, ma anche nell’interesse generale; adottare comportamenti che attengono al rispetto degli altri. È giunto il momento che la lenta ma inesorabile decadenza sia fermata”. Inoltre, don Mimmo segnala condotte lesive del senso civico, a cominciare dal linguaggio scurrile. “Dominano - afferma - nella nostra comunità arroganza e volgarità, una sottile, diffusa prepotenza e un egocentrismo insolente, anche nelle piccole cose della vita di tutti i giorni”.
COMPATTI PER IL BENE COMUNE - Poi, il parroco invita ad essere “compatti per il bene comune”. “È necessario - sostiene - che i timonieri della nostra comunità non seguano le rotte imposte dai potenti di turno, ma si dirigano verso le flebili voci di chi, per vivere, ha bisogno di tutto.
Si è veri ministri di Dio nella Chiesa e politici autentici e rispettabili - spiega - solamente quando si usa tutta la tenerezza possibile verso gli agnelli appena nati, verso le pecore madri e verso quelle ferite.
La vera politica, come la vera cura pastorale, è quella che, con decisione, parte dai più deboli per assicurare il nutrimento della giustizia a tutti. Affinché ciò possa realizzarsi è necessario camminare compatti verso il bene comune. Non ci si illuda di poter tenere il timone delle comunità solo via social.
Qualsiasi progetto politico non può decollare con descrizioni, narrazioni o desideri del tutto avulsi dalla società e che non corrispondono alle dinamiche concrete della vita quotidiana e reale dei cittadini. La politica reale è ben diversa dalle narrazioni virtuali. Quanto afferma di noi, ministri di Dio, papa Francesco, vale per chiunque abbia un ruolo di guida nella comunità, anche per gli amministratori pubblici. Questi dovrebbero immergersi tra la gente, avvertirne gli umori, cogliere le istanze dal basso, senza essere divorati dall’ossessione del “consenso” a tutti i costi, ma essere preoccupati di individuare e avviare percorsi di “senso” per la nostra comunità”.
ROMPERE LA RAGNATELA DELLA DROGA - “La droga - denuncia, in maniera forte e chiara, don Mimmo - è un’immensa ragnatela che copre, ormai capillarmente, il territorio urbano di San Ferdinando di Puglia. Indico uno dei tanti angoli della nostra città: il parco giochi alle spalle della Chiesa matrice. È luogo di bivacco diurno e notturno di consumatori e spacciatori di morte. È sotto gli occhi di tutti. Una masnada di giovinastri vi sosta stabilmente, mutandone la destinazione d’uso: da parco giochi a parco droga”. “Urge il recupero della centralità dei luoghi pubblici, protetti dall’illegalità, e utilizzati per attività culturali, artistiche e di informazione o, semplicemente per occasioni di incontro e di socialità”.
COESI PER IL CAMBIAMENTO - “È la famiglia - sostiene il parroco - il riferimento educativo, il primo luogo dove si forma il senso civico, prima ancora che a scuola, che deve promuoverlo, incoraggiando gli studenti ad essere attori del cambiamento. Anche la comunità cristiana è chiamata a svolgere nei confronti del territorio l’educazione dei cristiani alla partecipazione civile”.
In tal senso, rivolge un appello alle associazioni locali ad agire come “catalizzatori di cambiamento, presidiando e bonificando il territorio, occupando gli spazi pubblici, sottraendoli al monopolio dei mercanti di morte, impedendo che certi luoghi diventino i supermarket all’aperto della droga”.
CANTIERI CIVICI E RITI DELLA BUONA EDUCAZIONE - Con l’augurio di assistere a un’inversione di tendenza, invita la città a tornare a celebrare i riti della buona educazione. “Da qualche anno - osserva - la vita ecclesiale nazionale, diocesana e delle comunità parrocchiali è caratterizzata dai “cantieri sinodali”. Si promuovano nella nostra città dei “cantieri civici”. Infine, don Mimmo, rivolto agli amministratori comunali, li invita “a non lasciarsi sedurre dalla realizzazione di grandi opere, ma curino la concretezza del dettaglio, la manutenzione ordinaria e straordinaria del nostro paese, l’attenzione per le piccole cose”. Un altro sermone di cui si parlerà a lungo, o no?
GAETANO SAMELE