TRINITAPOLI - La SERR, Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, dal 16 al 24 novembre, è una campagna di comunicazione ambientale che intende promuovere, tra i cittadini, una maggiore consapevolezza sulle eccessive quantità di rifiuti prodotti e sulla necessità di ridurli drasticamente. Particolare attenzione viene posta sulla prevenzione dei rifiuti, e ogni azione di questa settimana mostra come le istituzioni e i singoli cittadini possano, in modo creativo, contribuire a ridurre i rifiuti in prima persona e comunicare agli altri quanto realizzato e creato.
La Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti nasce all’interno del Programma LIFE+ della Commissione Europea con l’obiettivo primario di sensibilizzare le istituzioni, i consumatori e tutti gli altri stakeholder circa le strategie e le politiche di prevenzione dei rifiuti messe in atto dall’Unione Europea, che gli Stati membri devono perseguire anche alla luce delle recenti disposizioni normative (Direttiva quadro sui rifiuti, 2008/98/CE).
La Biblioteca Comunale “Mons. V. Morra” di Trinitapoli ha aderito e partecipa alla “Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti” con una serie di pubblicazioni per ogni fascia di età, messe a disposizione presso le due sedi della biblioteca come azione di coinvolgimento attivo alla gestione sostenibile delle risorse e dei rifiuti, evidenziando l’importanza di seguire le tre regole dell’economia circolare: ridurre, riusare e riciclare.
Alcune associazioni trinitapolesi ridurranno e faranno ridurre in famiglia gli acquisti con imballaggi, elimineranno il consumo della plastica e diffonderanno tra i più giovani forme di baratto per evitare di far buttare vestiti e oggetti inutilizzati.
“Comprare, comprare, dice il cartello in vetrina / Perché, perché, dice la spazzatura nel cortile”, cantava Paul McCartney nella sua poetica “Junk”, che fece riflettere gli ascoltatori sulla dipendenza degli esseri umani dal consumo e sulle sue disastrose conseguenze sul pianeta.
Bisognerebbe comprare soltanto quello che serve veramente, perché negli ultimi decenni abbiamo prodotto e acquistato 70 volte di più di quanto non si facesse negli anni Cinquanta, e il 99% di questi acquisti viene gettato tra i rifiuti entro i primi 12 mesi.
Ci sono in Italia e nel mondo buone pratiche che vanno senza alcun dubbio copiate. Si può ridurre, riciclare e riutilizzare, ad esempio, attraverso attività ecologiche “virtuose” come il “plogging”, un termine che nasce dall’unione delle parole svedesi raccogliere (plocka upp) e corsa (jogga). Questa attività, come suggerisce il nome, consente di abbinare all’esercizio fisico all’aperto un’azione ecologica, in quanto prevede di raccogliere i rifiuti.
Inoltre, quando facciamo la spesa, dovremmo prendere in considerazione il paese di provenienza dei prodotti. “Più hanno viaggiato, più energia è stata usata per carburante, refrigerazione e confezionamento. Più sono state, quindi, le emissioni prodotte dai combustibili fossili”. È quanto afferma Karen Edwards, autrice di The Planet-Friendly Kitchen: How To Shop And Cook With A Conscience (La cucina amica del pianeta: come fare la spesa e cucinare con coscienza).
Pertanto, meglio acquistare il cibo nei mercati agricoli locali, dai piccoli rivenditori, oppure, al limite, coltivare un piccolo orto. L’agricoltura biologica è infatti la più sostenibile per l’ambiente.
Esistono, tra l’altro, delle catene di negozi a rifiuti zero, detti “alla spina”, in cui possiamo riempire i contenitori portati da casa.
Per finire, lo spreco alimentare si combatte soltanto programmando in anticipo i pasti settimanali e riutilizzando in cucina gli avanzi, come un tempo facevano abitualmente le nostre nonne.
ANTONIETTA D’INTRONO