Cresce l’alleanza tra terra e mare: Confagricoltura e saline marine italiane uniscono le forze per valorizzare la salicoltura

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ROMA - Con un accordo storico, Confagricoltura e i principali produttori di sale marino italiani hanno formalizzato la loro collaborazione presso il prestigioso Palazzo della Valle a Roma. Questa alleanza segna una tappa significativa nel riconoscimento della coltivazione del sale marino come attività agricola, riflettendo le comuni sfide e opportunità tra l’agricoltura tradizionale e la produzione del sale. (Approfondimenti - I dati)

I protagonisti dell’intesa comprendono cinque principali attori del settore:

Atisale SpA: leader nella produzione italiana con le saline di Margherita di Savoia, che si estendono per 4.500 ettari rendendola una delle più grandi d’Europa, e quella di Sant’Antioco in Sardegna.

Saline Ing. Luigi Conti Vecchi: con quasi 2.800 ettari nella Laguna di Santa Gilla, rappresenta una delle principali realtà produttive della Sardegna, a pochi chilometri da Cagliari.

Sosalt SpA: principalmente situata nella fascia costiera tra Trapani e Marsala, con circa 1.000 ettari, si distingue come il principale produttore di sale marino in Sicilia.

Parco della Salina di Cervia: un luogo storico che ha segnato l’economia del Ravennate e della Romagna per oltre 150 anni, estendendosi per oltre 800 ettari.

Isola Longa: nel cuore dell’arcipelago dello Stagnone, questa salina produce annualmente oltre 23.000 tonnellate di sale marino.

Ulteriori sostenitori dell’iniziativa includono le saline di Trapani Oro di Sicilia, Ettore e Infersa ed Isola di Calcara, sottolineando l’ampia rappresentanza e l’importanza dell’iniziativa.

RICONOSCIMENTO E VALORIZZAZIONE - Il fulcro dell’accordo è l’inserimento della salicoltura nel panorama agricolo nazionale. La Francia ha già intrapreso una simile iniziativa nel 2019, riconoscendo la “saliculture” come attività agricola. La Sicilia, a sua volta, ha integrato la salicoltura tra le attività agroforestali nel suo piano di gestione delle Saline di Trapani e Marsala.

Questo riconoscimento non è solo una formalità: sottolinea l’importanza delle saline nel contribuire alla biodiversità, alla salvaguardia dell’ambiente e alla valorizzazione del territorio. Oltre alla produzione di un elemento essenziale come il sale, le saline sono anche testimoni di una tradizione secolare e di un delicato equilibrio ecologico.

UN PONTE TRA PRODUZIONE E TURISMO - L’accordo prevede anche iniziative di valorizzazione territoriale. Le saline non sono solo luoghi di produzione: rappresentano una risorsa turistica di grande valore. Attraverso eventi, tour educativi e promozionali, l’obiettivo è far scoprire al grande pubblico la ricchezza e la bellezza delle saline italiane, creando un legame tra sostenibilità, tradizione e turismo.

Con questa nuova alleanza, l’Italia fa un passo avanti nel riconoscimento e nella valorizzazione della salicoltura, mettendo in luce un settore spesso trascurato, ma di fondamentale importanza per la cultura, l’economia e l’ambiente del Paese.

Redazione CorriereOfanto.it