TRINITAPOLI - Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche della 60esima Armata arrivarono per prime presso la città polacca di Oświęcim (in tedesco Auschwitz), scoprendo il vicino campo di concentramento e liberandone i superstiti. La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono per la prima volta al mondo l’orrore del genocidio nazista.
L’apertura dei cancelli di Auschwitz mostrò al mondo intero non solo molti testimoni della tragedia, ma anche gli strumenti di tortura e di annientamento utilizzati in quel lager nazista.
La data del 27 gennaio in ricordo della Shoah, lo sterminio del popolo ebraico, è indicata quale data ufficiale agli Stati membri dell’ONU, in seguito alla RIsoluzione 60/7 del 1 novembre 2005.
In occasione della Giornata della Memoria, la Commissione Straordinaria di Trinitapoli ha organizzato, con la collaborazione della Cooperativa Lilith med 2000, nelle due sedi della biblioteca comunale, un programma di proiezioni e approfondimenti sul tema, destinato agli alunni delle scuole di ogni ordine e grado, “per non dimenticare la Shoah, le leggi razziali, i campi di concentramento, la persecuzione dei cittadini ebrei, la deportazione, la prigionia e la morte che costituiscono orrori della storia non solo mondiale, ma anche italiana”. (Leggi)
Le vittime di questo sistema disumano di potere non furono soltanto gli ebrei ma anche i dissidenti politici, i testimoni di Geova, le comunità di zingari e gli omosessuali.
A tal proposito, l’Istituto Superiore “Dell’Aquila-Staffa”, con la sezione ANPI di Trinitapoli, ospita nella sala arancio, venerdì 27 gennaio alle ore 10,30, il responsabile nazionale della formazione Arcigay, Luciano Lopopolo, per raccontare agli studenti la tragica vicenda delle minoranze di identità sessuale perseguitate dal nazismo e dal fascismo.
All’incontro, che sarà introdotto dal dirigente scolastico prof. Ruggero Isernia e coordinato dalla professoressa Sabrina Damato, interverranno, oltre a Luciano Lopopolo: il presidente onorario dell’ANPI BAT prof. Roberto Tarantino e la vicepresidente della sezione locale dell’ANPI Rosa Maglio.
Il titolo, “I TRIANGOLI ROSA”, richiama alla mente i pezzi di stoffa rosa che venivano attaccati alla casacca degli internati nei campi di concentramento nazisti per omosessualità maschile.
Il colore rosa era stato ovviamente scelto per spregio nei confronti di chi era ritenuto effeminato invece alle lesbiche fu imposto, il triangolo nero delle persone “asociali”.
In Italia gli omosessuali vennero internati nelle Isole Tremiti.
Furono realizzati due istituti di pena: uno a San Nicola, per detenuti “comuni”, dove fu confinato per pochi giorni anche il futuro presidente della Repubblica Sandro Pertini, e uno a San Domino, che a quel tempo contava una manciata di abitanti, tutti contadini, dove fu allestito il primo confino per soli gay.
Dall’inizio del 1939, quasi un centinaio di omosessuali o “pederasti” e “invertiti”, come venivano duramente appellati dal governo fascista, furono deportati e costretti al soggiorno sull’isola, controllati dalla mattina fino al tramonto dai reali carabinieri.
Poco rimane di quel periodo storico nella memorialistica e tra i documenti del tempo.
È doveroso ricordarli per ridare dignità e onore a coloro che vennero perseguitati e uccisi soltanto perché non appartenevano alla razza dei maschi fascisti.
ANTONIETTA D’INTRONO