TRINITAPOLI - “No all’indifferenza nei confronti della mafia. Occorre buona politica, servizio civile, informazione e cultura per arginare un fenomeno ormai diffuso in 11 Regioni d’Italia, tra cui 5 del Sud: Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia e Campania”. Lo ha affermato il giornalista Sandro Ruotolo, della segreteria nazionale PD, intervenendo a un incontro su “Politica e Legalità”, a Trinitapoli, Comune sciolto per mafia.
“Servizi, gestione nettezza urbana, rifiuti, appalti, alloggi popolari a parenti di malavitosi, acquisizioni di beni del Demanio sono - ha sostenuto il relatore - i settori che portano allo scioglimento dei Comuni e, in tal senso, l’effervescenza criminale pugliese è pari a quella di Napoli”.
“Obiettivo della mafia - ha spiegato - è fare soldi, subito e in maniera illecita, prosperando dove tiene buoni rapporti con politica, economia e finanza. In questi casi non c’è bisogno della pistola: serve solo a intimidire chi è solo, come Libero Grassi. In occasioni di elezioni, poi, la mafia sceglie su chi puntare, mediante il voto di scambio, per cui, spesso, le liste civiche presentano opacità”.
“La mafia - ha aggiunto Ruotolo - crea povertà e dove c’è criminalità non c’è lavoro. Non a caso sono 400.000 i giovani, di cui tantissimi laureati, che lasciano il Mezzogiorno in cerca di lavoro al Nord o all’estero. Altro che salario minimo, qui si lavora con 3 euro al giorno. E con l’Autonomia differenziata - conclude - si impoverisce ulteriormente il Sud. Dobbiamo opporci e restare uniti”.
All’incontro hanno partecipato le consigliere regionali Grazia Di Bari (M5S), con delega alla Cultura, e Debora Ciliento (PD), Vice Presidente della Commissione Studio e Legalità. “È confortante vedere una sala così gremita - ha esordito Di Bari - in una città ferita dallo scioglimento del Consiglio comunale per mafia. C’è bisogno che la buona politica, in collaborazione con le associazioni culturali, ambientaliste, sportive e di solidarietà, si metta in ascolto del territorio e delle periferie per dare risposte ai problemi, particolarmente a quelli di giustizia sociale. È importante far promuovere nelle scuole e nelle biblioteche di comunità la cultura della legalità”. Bisogna riavvicinare i cittadini alla politica e far sì che diventino parte attiva di quel cambiamento culturale di cui abbiamo bisogno. Solo lavorando sulla cultura - ha concluso Di Bari - potremo riaffermare il valore della legalità”.
“Il degrado dell’etica politica e della trasparenza amministrativa - ha affermato Ciliento - rischia di far passare l’idea che la mala politica sia un sistema ineludibile. Noi vogliamo lanciare un messaggio di legalità, trasparenza e buona politica, che dia nuovamente speranza e fiducia ai cittadini”. “Mafia - ha sostenuto - si ha quando chiunque abbia un atteggiamento prepotente nei confronti di persone e istituzioni, ma anche quando coltiva il proprio serbatoio dei voti in cambio di favori. La politica - conclude Ciliento - è lotta per il riconoscimento dei diritti dei cittadini, capacità di ascolto e di risposta ai problemi della gente, ma anche impegno a costruire percorsi di pace”.
Nel corso del dibattito sono intervenuti Anna Maria Tarantino, consigliera comunale uscente e presidente della Commissione di Garanzia PD BAT, e l’ex sindaco PD, Giuseppe Brandi. Tarantino ha spiegato che “è stato un esposto con le firme di quattro consiglieri comunali a far scattare indagini e intercettazioni che hanno portato allo scioglimento per mafia. Non c’entrano i complotti e gli omicidi per regolamento di conti tra clan. Hanno fatto tutto da soli”.
“Quello che non eravamo riusciti a fare noi in consiglio e, prima ancora nelle urne - è la conclusione di Tarantino - lo hanno fatto magistrati e forze dell’ordine”. Da parte sua, l’ex sindaco PD Peppino Brandi ha ripreso e ribadito le argomentazioni di Anna Maria Tarantino, chiarendo che lei, Lillino Barisciano, Francesco Marrone e Andrea Minervino hanno svolto, coerentemente e correttamente, un ruolo di controllo e di garanzia all’interno del consiglio comunale, rimanendo vittime della forza dei numeri della maggioranza. Pertanto, non restava loro che presentare, doverosamente, un esposto alle autorità tutorie. Altro che carnefici.
“Come mai - chiede retoricamente Brandi - la Commissione straordinaria ha, poi, annullato contratti e convenzioni? La verità è che lo scioglimento se lo sono cercato da soli. Se questa sera - ha proseguito - sono presenti cinque ex sindaci (Arcangelo Sannicandro, Silvestro Miccoli, Giuseppe Brandi, Arcangelo Barisciano e Ruggero di Gennaro) è perché non si può più assistere al degrado politico, sociale, economico ed ambientale della città. Hanno sentito (mettendo da parte antiche ruggini) il dovere civile e morale di far rialzare Trinitapoli, per favorire la costruzione di una amministrazione comunale trasparente, imparziale ed efficiente”. Brandi ha concluso il suo intervento sostenendo con forza che il problema di Trinitapoli è la “questione morale”. E conclude con un avviso agli iscritti del PD: “Chi è contro la questione morale è fuori dal Partito Democratico”.
GAETANO SAMELE