“La persona malata. La sensibilità del medico, oggi”: il prof. Centonze chiude il triduo in onore di San Giuseppe Moscati

TRINITAPOLI - È in corso a Trinitapoli, presso la chiesa Cristo Lavoratore, ad iniziativa del suo parroco, don Vito Sardaro, un triduo in onore di San Giuseppe Moscati, medico, docente e ricercatore. Questo evento si concluderà giovedì 16 novembre, alle ore 19, dopo la santa messa, con un intervento del prof. Vincenzo Centonze, gastroenterologo, sul tema “La persona malata. La sensibilità del medico, oggi”.

Moscati, beatificato il 16 novembre 1975 da Paolo VI e canonizzato nel 1987 da Giovanni Paolo II, è definito il “medico dei poveri” per la sua acuta sensibilità verso le sofferenze fisiche altrui. Ma il suo sguardo non si limitava a queste: penetrava fino ai recessi del cuore umano. Egli aspirava a guarire o lenire le piaghe del corpo, ma era anche profondamente convinto che anima e corpo fossero un’unità, e desiderava ardentemente preparare i suoi fratelli sofferenti all’opera salvifica del Medico Divino.

Per Moscati non esistevano contrasti tra fede e scienza: vedeva nei suoi pazienti il Cristo sofferente, che amava e serviva. Questo slancio di amore generoso lo spingeva a prodigarsi incessantemente per chi soffriva, cercando i malati nei quartieri più poveri e abbandonati della città, curandoli gratuitamente e soccorrendoli talvolta con i propri guadagni, chiedendo come onorario che si confessassero. Tutti, ma in modo speciale coloro che vivevano nella miseria, percepivano ammirati la forza divina che animava il loro benefattore. Moscati divenne così l’apostolo di Gesù: senza mai predicare, annunciava la sua carità e il modo in cui esercitava la professione medica.

Nato il 25 luglio 1880 a Benevento, Moscati morì nel suo studio a Napoli a 46 anni, a causa di un infarto, il 12 aprile 1927, durante la Settimana Santa. Pertanto, la sua festa liturgica coincide con la data della sua beatificazione, e non con il dies natalis, per evitare che cadesse nel periodo quaresimale. La vista quotidiana dei malati dalla finestra della casa paterna, che si affacciava sull’Ospedale degli Incurabili, di cui diventerà primario, insieme all’incidente di cavallo del fratello, che si ammalò di epilessia e successivamente morì, lo indusse a scegliere Medicina anziché Giurisprudenza per i suoi studi universitari, nonostante il padre fosse un magistrato.

Moscati ricoprì importanti ruoli negli ospedali e come docente universitario. Durante l’epidemia di colera a Napoli nel 1911, fu accanto ai malati senza paura del contagio. Si occupò anche di diabete, malattia che portò alla morte sua madre. Tra i suoi pazienti ci furono Enrico Caruso e il Beato Bartolo Longo, artefice del Santuario di Pompei, insieme al Servo di Dio Padre Giuseppe Maria Leone, consigliere spirituale e confessore di Santa Caterina Volpicelli, vicina di casa e grande amica della famiglia Moscati.

Il tema della conferenza è molto attuale, in un momento in cui la sanità è afflitta da difficoltà gestionali a livello nazionale e regionale. Ci sono molte affinità tra Moscati e Centonze: entrambi partivano dalla scienza, il primo ispirato dal Vangelo, il secondo, laico e non credente, dal “Giuramento di Ippocrate”. Per Centonze, come spiegato nel suo ultimo libro “L’altra faccia della Luna”, il concetto di “Medicina” consiste nel prendersi cura della persona sofferente non solo a livello organico, ma anche dei disturbi psicoaffettivi per il raggiungimento del “benessere psicofisico”. Soprattutto, in un momento storico in cui sembra, ormai da tempo, dimenticata la “humanitas”, prevalendo il “mal-essere”: ovvero malattie, povertà, guerra, speculazioni, con il welfare sacrificato sull’altare dell’austerity. In un mondo, cioè, dominato da logiche di mercato e dal potere finanziario, che registra un aumento dei conflitti, forti disparità sociali, povertà, per cui molte persone, malate, sono costrette a rinunciare alle cure perché economicamente non sostenibili, probabilmente, ci sarebbe bisogno, sull’esempio di Giuseppe Moscati, di un nuovo “Umanesimo”, o - se si crede - di un nuovo “Cristianesimo”.

GAETANO SAMELE

temi canale corriere 03