La poesia rap della sedicenne Sara Yamoul, studentessa del Liceo Scientifico di Margherita di Savoia, sta diventando virale sui siti internazionali

TRINITAPOLI - Sara Yamoul ha 16 anni ed è nata in Italia da genitori originari di Khouribga, un paese vicino Casablanca in Marocco, dove vivono tutti i suoi parenti. Molti anni fa si trasferì in Italia suo nonno, che iniziò a lavorare come commerciante di tappeti. Suo padre lo raggiunse dopo qualche anno e, nel 2005, fece trasferire tutta la famiglia, moglie e 7 figli, in una cittadina della Puglia. Ora abitano a Trinitapoli. Suo padre fa il commerciante, mentre i suoi fratelli lavorano in campagna. Sua sorella Marya lavora come badante e, nel tempo libero, studia Biologia all’Università di Foggia.

Sara ha terminato il secondo anno al Liceo Scientifico di Margherita di Savoia e spera, alla fine del corso di studi superiori, di iscriversi alla facoltà di Medicina perché vuole diventare dottore. Le piace molto leggere ed è appassionata di cultura spagnola, turca e coreana. A Trinitapoli ha molti amici e la gente che ha conosciuto lei e la sua famiglia ha superato ogni pregiudizio e li apprezza per quello che sono e per quello che fanno. Talvolta, succede ancora a sua sorella Marya, quando va a Foggia, di sentire qualche commento ad alta voce sulla tradizione di portare il velo oppure di essere salutata con un “Allah Akbar” urlato per strada. Le differenze culturali, però, non le hanno mai impedito di creare legami, anche molto forti, con le persone del posto.

Durante l’anno scolastico, la sua docente di Lettere le ha dato un compito in classe nel quale chiedeva di comporre un testo poetico su un argomento di attualità. Ispirata dalla tragedia che ha colpito Israele e la Palestina, ha scritto una poesia-rap che spera si diffonda soprattutto tra i ragazzi della sua generazione. Sara pensa che soprattutto i giovani devono impegnarsi a costruire un mondo di pace e devono rifiutare di considerare i confini dei muri di separazione un ostacolo a fraternizzare con tutta l’umanità.

La sua poesia-rap, pubblicata sul giornale Il Peperoncino Rosso, è stata letta casualmente da una docente inglese, Manuela Kelly Calzini, autrice di libri di testo ed esperta di storytelling, che ha tradotto in inglese la sua lirica dedicata ai ragazzi palestinesi. La professoressa Kelly Calzini lavora come volontaria con altri colleghi a “Hands Up Project”, una charity trust inglese che attraverso la sua rete di volontari mette in comunicazione bambini e giovani palestinesi con il mondo. Le attività teatrali e di storytelling favoriscono la creatività, l’auto-espressione e promuovono la comprensione reciproca attraverso le esercitazioni in lingua inglese.

La professoressa Kelly Calzini ha inviato il pezzo tradotto al sito di “Hands Up Project”, che lo ha pubblicato e fatto girare in tutte le nazioni anglofone. Queste esperienze didattiche accendono un lumicino nel buio pesto della guerra e invitano i giovani a diventare costruttori di un futuro di pace e solidarietà.

ANTONIETTA D’INTRONO