TRINITAPOLI - A poche ore dalla decisione del Consiglio dei Ministri di sciogliere il Consiglio comunale di Trinitapoli su proposta del Ministro dell’interno Luciana Lamorgese, visti “gli accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata” (leggi), è arrivato via Facebook il commento dell’avv. Francesco di Feo, già sindaco della città (video).
UN PATTO DI LEALTÀ - Il leader di Rinascita Trinitapolese, forzatamente isolato a causa del Covid, ha voluto commentare in diretta questa “giornata particolare, da segnare sul calendario e riportare negli annali della città”. «Nell’arco dei dieci anni del mio mandato - ha dichiarato di Feo - ho sempre avuto un patto di lealtà nei confronti dei cittadini. Il sindaco deve sempre rimanere a contatto con la propria città, con i suoi cittadini, e deve dire sempre la verità. Confrontarsi nel bene e nel male».
IL PRESENTIMENTO - L’avvocato di Feo ha rielaborato le sensazioni degli ultimi giorni: «C’erano già situazioni che stavano subodorando, come le dimissioni della consigliera Anna Maria Tarantino; ma, soprattutto, si aspettava la conclusione dell’attività della commissione di accesso nominata dal Prefetto. Purtroppo, a Trinitapoli nessuno aveva voluto spiegare le ragioni dell’arrivo della commissione da un punto di vista giuridico».
UNA PARTITA CHE NON SI CHIUDE QUI - «Qualcuno si starà divertendo, qualcuno starà brindando, qualcuno pensa di aver vinto la campagna elettorale - ha commentato con ironica amarezza di Feo -. Io penso che questa sarà l’ennesima batosta che questa città non meritava. Leggeremo il provvedimento che è stato stilato e capiremo quali sono stati i motivi per i quali è stato sciolto il Consiglio comunale. Certo, non è una partita che si chiude qui. È una partita che certamente, in questo momento, mette in cattiva luce l’intera città, la piega sulle proprie gambe, interrompe attività, interrompe programmazioni ed anche quelli che potevano essere i finanziamenti. Sono stati commessi tanti errori, ma il tempo della disamina non può essere stasera, perché bisogna leggere ciò che è scritto in quella relazione, attentamente. E poi solo dopo dirò la mia».
LEGGERE ED AGIRE - Nello specifico, di Feo ha voluto evidenziare che «ci sono stati sei mesi di indagini, dopodiché se ne sono dette di tutti i colori. Adesso leggeremo e capiremo anche quali saranno le azioni giudiziarie che potranno essere messe in campo. Bisogna aspettare».
RICOSTRUIRE UN PERCORSO - L’ex sindaco di Trinitapoli non nasconde l’amarezza personale, ma allo stesso tempo prova a tracciare il percorso futuro: «Sono convinto che Trinitapoli non merita questo tipo di marchio, di tatuaggio; come sono convinto ancora una volta che Trinitapoli riuscirà a rialzare il capo e rimettersi in carreggiata. Passeranno diciotto mesi prima che la parola possa tornare nuovamente ai cittadini. Ci saranno diciotto mesi di commissariamento e si svilupperà tanta attività, anche politica, sulla quale poi si dovrà ricostruire un percorso. In questi diciotto mesi ci saranno sicuramente tanti confronti, verranno fuori le tante tesi, ma soprattutto ci sarà il fulcro principale su cui poi si andranno a fondare i ragionamenti, ovvero quanto è scritto all’interno di questa relazione che verrà pubblicata».
UNA FERITA PROFONDA - «Oggi era doveroso informare i cittadini - ha aggiunto di Feo -, perché è arrivato questo fulmine a ciel sereno: una “bomba” scaraventata sulla nostra città. Sono passati sette mesi - non tutti ricordavano l’insediamento della commissione di accesso (leggi) - e, di colpo, mentre tutto sembrava tranquillo, ci si ritrova con il Consiglio comunale sciolto, ci si ritrova con un commissario, ci si ritrova che per diciotto mesi non si potrà votare e, soprattutto, si dovrà leggere ciò che dalle prime battute riportate dai giornali torna a richiamare questa situazione terribile, questa piaga che vive la nostra città, di questo scontro tra clan malavitosi all’interno della nostra comunità, che chiaramente si vanno ad inserire in un contesto generalizzato che mette Trinitapoli in questa situazione che ancora una volta, ripeto da cittadino, da casalino, da uomo che ama la propria città, non può che sentirsene una ferita profonda».
L’ORA DELLA RESPONSABILITÀ - In questo momento di grande responsabilità, l’ex sindaco di Trinitapoli ha sentito la necessità di rivolgere un appello ai trinitapolesi: «Cari cittadini, speriamo veramente che quanto accaduto possa mettere la città nelle condizioni di reagire, e di reagire bene. E che veramente si possa arrivare in questo momento ad essere persone sagge, perché lo scioglimento di un Consiglio comunale, lo abbiamo visto, è terribile. È un momento particolare, è un passaggio a vuoto che la città fa, un passaggio a vuoto che in qualche modo bisogna superare. Diventa fondamentale non dare spazio al gossip e a chi in questo momento sta festeggiando come se avesse vinto la lotteria. C’è pochissimo da festeggiare: qui c’è da piangere e sperare soltanto che la situazione non precipiti ulteriormente, e che al più presto ci si possa avviare. Perché il Comune di Trinitapoli ha bisogno di essere amministrato con serietà, con determinazione, con competenza, con partecipazione, con un legame forte e diretto, affinché la città possa tornare al più presto ai propri allori, possa tornare al più presto ad essere la città che merita, quella città che quando io ho governato era tra le prime città della nostra provincia, era una città nella quale c’era rispetto per le istituzioni e si raggiungevano tanti risultati, come quello raggiunto in questi giorni: il passaggio di tutti i lavoratori nella nuova azienda per la raccolta dei rifiuti solidi urbani. Vedrete adesso tutti i mezzi nuovi, come detto in passato. Su questo qualcuno era titubante, qualcuno era combattuto».
I TRINITAPOLESI SAPRANNO GIUDICARE - «Io sono stato sempre combattuto - ha concluso, non senza una certa amarezza, l’avv. Francesco di Feo -. Sono stato combattuto quando c’era il dissesto: c’era chi pregava, sperava, desiderava e auspicava che il Comune di Trinitapoli andasse in dissesto per far fuori Francesco di Feo. Sono stato attaccato, avversato, persino quando c’è stata la gestione dei rifiuti solidi urbani. Qualcuno sperava, mi attaccava, sono stato minacciato persino di morte in quelle occasioni, perché potessi venir meno. Ma io ho resistito, abbiamo salvato le famiglie e oggi raccogliamo i frutti di una nuova azienda che gestirà un servizio come si deve a Trinitapoli. Sono stato avversato durante la pandemia, perché mentre io chiudevo la nostra città, affinché si evitasse che arrivasse quella maledetta malattia, c’era qualcuno che mi lavorava ai fianchi: voleva che in qualche modo io venissi mandato via, perché disturbavo e davo fastidio. Adesso, anche questa situazione dovrà essere affrontata. Ma chi ha lavorato con impegno, con cuore, con determinazione, avrà sempre la forza di potersi rialzare e di poter andare avanti a testa alta. La forza di tutti, la forza di una città sono i cittadini stessi, e sono convinto che i cittadini di Trinitapoli ancora una volta sapranno leggere le carte, sapranno fare il giusto distinguo e non perdoneranno se ci saranno coloro i quali avranno voluto in qualche modo che Trinitapoli precipitasse; perché mi voglio augurare che dietro tutto questo non ci sia qualcuno che per colpire singoli amministratori abbia fatto il passo più lungo della gamba, pur di far cadere il singolo amministratore sia andato contro un’intera città. Questo mi dispiacerebbe molto».
GIUSEPPE DALOISO