TRINITAPOLI - I cittadini di Trinitapoli si chiedono, anzi sperano, da mesi di alzarsi una mattina e di leggere sui quotidiani l’elenco dei candidati con il nome del capolista del Centrosinistra, la lista che dovrebbe competere con le altre due, capeggiate da Francesco di Feo ed Emanuele Losapio, i due ex sindaci protagonisti dello scioglimento del consiglio comunale. E invece “nihil sub sole novum”, nulla di nuovo sotto il sole.
Sulla scena è apparso soltanto un segretario PD di vecchia generazione che, insieme al responsabile provinciale Lorenzo Marchio Rossi e al capogruppo regionale Filippo Caracciolo, ha ostacolato la formazione di una lista che abbia come obiettivo cardine l’unità di tutte le forze progressiste e una “rigorosa operazione verità” su quanto successo al Comune.
I ritardi e le riunioni con mini partiti e movimenti dell’ultima ora avevano diffuso un certo pessimismo sulla conclusione delle trattative in atto, ma nessuno si aspettava che un membro autorevole del direttivo PD, ufficialmente incaricata di seguire il tavolo delle trattative, inviasse una lettera di dimissioni dove esce alla luce del sole quanto si è cercato di nascondere sotto il manto della demagogia. (Leggi)
Infatti, la signora Filomena Bruno così ha motivato le sue dimissioni dopo una serie di riunioni inconcludenti e incontri in camera caritatis, ai quali non è stata invitata: «Non vi sono riunioni degli iscritti nel circolo da più di un mese, mentre apprendo che il segretario è molto attivo nel cercare una soluzione della candidatura a sindaco fuori dal dibattito tra gli iscritti, ignorando anche la proposta degli iscritti e di tutti gli ex sindaci del centrosinistra di mantenere la leadership nell’alveo del Partito Democratico.
Mi ha lasciato molto sgomenta aver appreso di una riunione il giorno 11 marzo u.s. a Bari, dove alla presenza del segretario cittadino Donato Piccinino, del segretario provinciale Lorenzo Marchio Rossi - all’insaputa di tutto il circolo - è stata presentata dal capogruppo regionale del PD Filippo Caracciolo al presidente Michele Emiliano una candidatura ‘unitaria’ del centrosinistra nella persona di Tiziana De Pasquale, una donna che non ha mai varcato le porte di un sol partito di sinistra, ma sicuramente è stata immortalata nel recente passato accanto alla senatrice Licia Ronzulli nella sede di Forza Italia. Una candidatura che nell’ambiente del centrosinistra è stata vivamente contestata, tanto da riaprire la discussione (sempre fuori dal circolo).
Infatti, la settimana scorsa si è tenuta un’altra riunione a Barletta (presso lo studio del consigliere Filippo Caracciolo), dove, alla presenza di Donato Piccinino, Lorenzo Marchio Rossi, Anna Maria Tarantino e Tiziana De Pasquale, sono state proposte le primarie di coalizione. Sappiamo che Anna Maria Tarantino ha accettato le primarie, ma che invece immediatamente Tiziana De Pasquale si è sfilata, rifiutando ogni ulteriore contatto con il nostro partito. Appare evidente che non è più possibile tollerare lo svilimento che gli iscritti del Partito Democratico di Trinitapoli subiscono, ancor più se, come me, rivestono un incarico nel direttivo.»
Lo stallo in cui si trova il PD è chiaro: da un lato il segretario politico locale Donato Piccinino, sostenuto dal segretario provinciale Lorenzo Marchio Rossi, in perfetta sintonia con gli ex sindaci Francesco di Feo ed Emanuele Losapio, secondo cui lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose non è a loro addebitabile, ma forse allo…Spirito Santo. O, come commentò sarcastico un avveduto cittadino: “Vuoi vedere che alla fine la responsabilità è la nostra?” Pertanto, per le segreterie del PD nulla è rilevante né utilizzabile per la campagna elettorale.
Dall’altro lato, coloro che ritengono che la prima domanda a cui gli elettori dovranno rispondere è di decidere se riportare alla guida del Comune chi ha gettato ombre sulla classe politica locale, o chi ne è immune. Una divisione profonda su un tema importantissimo, il cui esito rivelerà anche la natura del PD della BAT.
È certo che se dovesse prevalere la linea Piccinino-Marchio Rossi, nefaste sarebbero le conseguenze sugli iscritti e gli elettori del PD.
ANTONIETTA D’INTRONO