MARGHERITA DI SAVOIA - Già nella prima parte della prima decade del corrente mese di settembre, il Paese ha iniziato ad assumere l’aspetto simile al periodo autunnale o invernale.
Non possiamo sostenere di essere un Paese turistico se la realtà lo lega irrimediabilmente alla stagione balneare e quella appena trascorsa, così possiam permetterCi di sostenere, nonostante essa non solo sotto il profilo astronomico ma anche metereologicamente non sia ancora passata, non pare essere stata positiva.
Il calo delle presenze è parso evidente e non pare interessare a chi, in definitiva, ha il dovere pubblico di agire per la eliminazione della difficoltà, in verità alimentate e consolidate negli ultimi anni, poiché avviluppato dalla goliardia degli spettacoli e dei soliti messaggi propagandistici, dimenticando invece l’onere della responsabilità sociale legata alla gestione delle sorti del Paese.
Le cause, si è detto, rimaste inaffrontate e, quindi, irrisolte, sono molteplici: Paese mal collegato per carenza delle infrastrutture viarie e caratterizzato da un senso generale di disservizi interni che riguardano non solo la viabilità ma anche i trasporti e la mancata realizzazione di aree per parcheggi.
Non trascurabile il serio problema legato alla raccolta dei rifiuti solidi urbani e la gestione del verde che, unitamente al dissesto urbanistico, non rendono accogliente il Paese, a cui si aggiunge la terribile esperienza della selvaggia occupazione del suolo pubblico e la irresponsabile e incontrollata diffusione di musica ad alto volume su spazi pubblici, situazioni che contribuiscono a decifrare lo stato di degrado in cui versa il Paese, accentuato dalla odiosa permanenza degli ostacoli di ogni genere e tipo che, posti sul fronte lungomare, al punto da degradarlo in lungolidi, impediscono di vedere e raggiungere la spiaggia e il mare ancor più nel immediato periodo che segue la stagione balneare.
Questo fenomeno, oltre ad alterare in senso negativo il locale l’ambiente, preclude il normale svolgimento della vita delle persone, costrette a non poter percorrere vie o luoghi dove si trovano quei beni naturali che tanto si rendono positivi e favorevoli agli equilibri psicofisici.
Il diritto di accesso al mare e alla spiaggia in favore della popolazione non solo locale ma di quella universale è regolato da specifica normativa ed è disciplinato anche da direttive emesse dall’Ufficio del Demanio Marittimo della regione Puglia, puntualmente disattese dai gestori degli stabilimenti balneari e, illegittimamente, mai fatte osservare dalle Autorità locali.
Pertanto, sorprende o sbalordisce leggere sui giornali quanto riportato dal presidente nazionale del sindacato nazionale italiano balneari nel momento in cui dichiara che “il turismo si alimenta con la bellezza. Il bello è una delle nostre materie prime come il pulito e il sicuro. La bruttura allontana i turisti e costituisce un danno economico. Non è quindi un problema estetico ma economico”.
Ecco, il Nostro Paese non necessità di continuare a subire quel danno economico causato dallo stato di degrado favorito dalla inosservanza delle leggi e dei regolamenti locali e territoriali.
Si dia decoro alla condizione urbanistica del Paese, evitando di sperperare danaro pubblico per inutili o inopportune manifestazioni spettacolari, impegnandosi a migliorare la condizione delle strade e dei marciapiedi, del servizio per la raccolta dei rifiuti, della cura del verde, evitando la selvaggia occupazione del suolo pubblico e consentire alla popolazione di vivere in senso pieno e libero il raggiungimento del mare e della spiaggia, rendendo il Paese vitale anche sotto il profilo economico anche durante il periodo esterno alla stagione balneare.
Chi non fa rispettare la legge e i regolamenti vigenti e lascia che la popolazione Salinara subisca danni sociali ed economici, non è meritevole di rappresentare le Istituzioni.
Avv. COSIMO DAMIANO CRISTIANO